Settembre, inizia la scuola

Quel lunedì avevamo ottenuto il permesso dalle nostre mamme, sorelle fra di loro, di andare a scuola a piedi da soli. I nostri fratellini no, erano troppo piccoli, ma noi dopo una settimana avevamo iniziato a scalpitare, eravamo grandi ormai, non volevamo più avere le mamme, o chiunque altro, che ci accompagnasse a scuola. Così quella mattina mi ero presentata davanti alla porta dei miei due cugini, Federico e Sergio, e li avevo trovati già pronti con gli zaini in spalla. Uscendo abbiamo incontrato anche le sorelle dell’ultimo piano, Daniela, Sonia e Manuela, e tutti in gruppo ci siamo avviati verso scuola. Federico ed io frequentavamo la quinta, Sergio la terza, e le tre sorelle in scala dalla terza alla quinta. Nel nostro palazzo vivevano anche altri bambini, alcuni dell’età dei nostri rispettivi fratelli altri più o meno della nostra. Quando non eravamo a scuola ci ritrovavamo in giardino o nel vicino campo giochi, che noi chiamavamo semplicemente “il campo”. Era il nostro mondo, il nostro “tutto”.

Lì si imparava a relazionarsi con gli altri, nel bene e nel male: si migliorava la lettura con i fumetti, si inventavano giochi nuovi, ci si arrampicava sugli alberi, si costruivano capanne con vecchie lenzuola rubate in casa, si scopriva l’altra metà del cielo con i giochi proibiti, primo fra tutti quello del “dottore”. E naturalmente si litigava, si creavano alleanze, altre si disfacevano, si tenevano musi che duravano il tempo di una merenda, poi tutto ricominciava come prima…

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La banda del Campo